La casula di Matisse

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Audio Omelia 08.05.2016

Messa di prima comunione

Letture At 1, 1-11; Sal 46; Gv 6, 1-13

Dal Vangelo secondo Giovanni.

Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: “Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?”. Rispose Gesù: “Fateli sedere”. C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.

Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

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Ascensione: stare o andare

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Audio 07.05.2016

Ascensione del Signore

Letture At 1, 1-11; Sal 46; Eb 9,24-28;10,19-23; Lc 24, 46-53

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

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Misericordia a basso costo?

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Ritorno del figlio prodigo di ARCABAS
Cappella della Riconciliazione della Pèta in Costa Serina (BG)

 

 

 

 

 

 

 

Audio Omelia 24.04.2016

Quinta domenica di Pasqua – 24 aprile 2016

Letture At 14, 21-27; Sal 144; Ap 21, 1-5; Gv 13, 31-35

 

Dal Vangelo secondo Giovanni

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.

Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

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Il Bel Pastore

seguono la mia voce

 

 

 

 

Audio Omelia 17.04.2016

Quarta domenica di Pasqua – 17 aprile 2016

Letture At 13,14.43-52; Sal 99; Ap 7,9.14-17; Gv 10,27-30

 

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.

Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.

Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

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‘Pesca’ pastorale

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Ritratto di Sakip Sabanci di Kutluğ Ataman. Opera esposta all’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia “All the words futures” (2015).

 

A fine articolo la breve spiegazione sul significato dell’ opera di Ataman.

 

 

 

Audio Omelia 10.04.2016

Terza domenica di Pasqua – 10 aprile 2016

Letture At 5,27-32.40-41; Sal 29; Ap 5,11-14; Gv 21,1-19

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

 

Ritratto di Sakip Sabanci di Kutluğ Ataman

untitled2L’opera è una installazione ovvero è costituita da elementi od oggetti disposti in uno spazio. Questo genere di opere hanno la potenzialità di farci fare un’esperienza multisensoriale ovvero, attraverso i miei sensi, io posso: vederla, ascoltarla, respirarla, gustarla…

Ataman ci propone un tappeto, una rete volante composta da 9216 piccoli schermi Lcd grandi quanto una fototessera con ritratti di volti che cambiano continuamente. Per poterla ammirare è necessario puntare lo sguardo al soffitto o meglio sarebbe distendersi a terra a pancia in su come farebbero i bambini.

L’artista vuole narrare le storie di piccoli uomini all’interno di un grande disegno e in particolare in questa opera racconta la storia di Sakip Sabanci attraverso più di 9000 fototessere. Quali di questi è Sabanci? Nessuno! Sabanci, morto nel 2014, era un ricco industriale e filantropo turco che si è adoperato per costruire scuole e centri di aiuto sociale in Turchia. I volti nelle fototessere appartengono alle persone che sono state aiutate grazie alla sua generosità e in fondo  tutti questi volti messi insieme sono il volto di Sabanci.

Potremmo immaginare i nostri volti, nessuno escluso, nelle fototessere di questa grande rete volante… i nostri volti a comporre il ritratto di Gesù e il ritratto d’amore che Dio ha impresso in noi.

 

 

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Tommaso l’uomo della fisicità

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Nutrita d’amore
( Francesco Vanni)
Santa Caterina da Siena beve il sangue dal costato di Cristo

 

 

 

 

 

Audio Omelia 03.04.2016

Domenica della divina misericordia – 03 aprile 2016

Letture At 5,12-16; Sal 117; Ap 1,9-11.12-13.17-19; Gv 20, 19-31

Dal Vangelo secondo Giovanni La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

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Pasqua 2016

Mara ruzza

 

“Artista a tutto tondo, Mara Ruzza nella installazione “Metamorfosi” indaga il senso della trasformazione, in chiave simbolica e narrativa. Di porcellana sono le crisalidi bianche pietrificate che raccontano di mondi segreti, pensieri incubati come farfalle non ancora schiuse. Azzurre le farfalle raku uscite dal bozzolo la cui vita ha preso forma. L’essere in divenire e poi…la vita.”

 

 

 

 

 

 

 

Audio Omelia 27.03.2016

Pasqua 2016 – Risurrezione del Signore

Letture At 10,34.37-43; Sal 117; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9

Dal Vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.

Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».

Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.

Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.

Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

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Un tempo per tacere

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“Un tempo per tacere”

(Introduzione scritta da Raffaella Rosset)

La Messa “in Coena Domini” termina senza congedo, l’assemblea si scioglie e iniziano tre giorni di silenzio. L’altare spoglio, i crocefissi coperti, il tabernacolo vuoto con la porticina aperta, l’oscurità della Chiesa, le campane ferme… tutto tace. È il silenzio degli occhi, delle orecchie …è il silenzio del cuore: la Passione di Gesù è iniziata. Si inserisce in questo contesto l’iniziativa “Un tempo per tacere”, un cammino silenzioso nella notte del Giovedì Santo accompagnato da alcune soste meditative in ascolto di storie di Martiri e del Vangelo.

Silenzio e parola sono nelle mani del credente un po’ come il bastone nelle mani del funambolo in continua ricerca d’equilibrio. La quotidianità è una continua corsa che ci ritrova tutti shakerati fra suoni, immagini, rumori e parole. Presi dal vortice spesso abbiamo la sensazione di perdere l’equilibrio. Ecco che questa proposta diventa un tempo di grazia dove fare esperienza del silenzio. Nel silenzio impariamo a stare con noi stessi, a conoscerci, ad interrogarci aprendoci poco alla volta al cammino di risposta che Dio scrive nel cuore di ognuno ai nostri tanti perché davanti alle ingiustizie e alle nostre tante domande. Dio ci educa alla pedagogia della misericordia attraverso il silenzio della Croce.

Audio-commento al Vangelo al termine del cammino 

Dal Vangelo secondo Matteo (5, 38-48)

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:

“Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.

Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.”

 

 

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Un Dio che tocca …

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  • “La lavanda dei piedi” di Sieger Koder

 

 

 

 

 

 

 

Audio Omelia 24.03.2016

Giovedì Santo – Messa in coena domini 

24 marzo 2016

Letture Es 12,1-8.11-14; Sal 115; 1 Cor 11,23-26; Gv 13, 1-15

Dal Vangelo secondo Giovanni

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.

Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.

Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».

Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

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Il servo sofferente

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Clicca sull’immagine per visualizzare la video preghiera.

(Tratto da www.paoline.it)

 

 

Domenica delle Palme – 20 marzo 2016

Letture Is 50, 4-7; Sal 21; Fil 2, 6-11; Lc 22, 14-23,56

Articolo pubblicato sul volantino settimanale “Le Voci” dell’Unità Pastorale di Chions 

Commento al Vangelo a cura di Don Fabrizio

Il servo sofferente

Il terzo canto del servo sofferente lo si trova all’interno del ‘Libretto della Consolazione’ del profeta Isaia. Ve ne sono quattro in totale. Certamente il Gesù giovane e soprattutto il Gesù adulto li ha meditati con attenzione e passione. Ha compiuto una sorta di lectio divina, dalla quale ha chiarito la sua missione, la sostanza e la modalità della sua vocazione. In altre parole, egli era chiamato ad essere il Servo sofferente. Colui che ‘si lascia aprire l’orecchio da Dio’, come lo schiavo al quale viene bucato il lobo per inserirne l’anello. Quindi tutto dedito alla Parola di Dio, obbediente e generoso. Colui che a questo punto attiva la sua lingua ‘per indirizzare una parola allo sfiduciato’. A Pasqua Gesù farà dono della vita, come Servo sofferente, per consolare l’uomo disorientato ed impotente, per consegnarci la grazia della misericordia, per salvarci. Mi ha colpito una recente intervista a Papa Benedetto. Da lucido e aggiornato teologo, dichiara che l’uomo moderno non sa che farsene della Pasqua, della giustificazione di Dio. Non sente un bisogno di redenzione. Piuttosto ritiene sia Dio a doversi giustificare per il tutto il male che lascia in circolazione e che ci fa patire, ad iniziare dalla sofferenza degli innocenti. Quindi il Figlio di Dio sulla croce paga e redime le colpe del Padre per tanto dolore permesso. La Settimana Santa sia allora per noi un tempo per alzare una protesta accorata a Dio, e il luogo dove lasciarci evangelizzare: Dio non è un essere crudele che gode del male, Lui desidera come noi e più di noi la nostra gioia, per questo dona ciò che gli è più prezioso, senza risparmio.

Buona Pasqua!

 

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