Ho appena ripreso tra le mani alcuni appunti ideati a partire da una pagina di 1Re 3 dove si narra un sogno del giovane re Salomone. Sorprende notare che l’adolescente al potere non chiede successo, notorietà, forza militare, denaro, donne… ma sapienza e discernimento, giudizio ed intelligenza. Salomone in altre parole chiede un cuore pronto ad apprendere, capace di interrogare e di lasciarsi interrogare, insomma un cuore ‘docibile’. Annotavo ironicamente, sempre tra le mie carte, come talvolta educatori, rettori, preti, animatori si gongolano nel vedersi circondati da una folta squadretta di disciplinati e di ‘docili’ discepoli, lusingati da tanta quietezza e ordine ed, ahimè, scordandosi di scrutarne il cuore per verificare se è aperto alla formazione, se è ‘docibile’ appunto, sensibile alle provocazioni divine, alle visite della provvidenza. Gettando uno sguardo in profondità, nelle mie regioni remote, ripensando all’intensa giornata di oggi, con i miei che celebravano il loro 50° di matrimonio, ad un tratto mi sono scoperto a singhiozzare come un bambino, o meglio sono scoppiato in un pianto di gratitudine e forse di liberazione, sentendomi un tantino in colpa, per non aver restituito a dovere per il sovrabbondante dono goduto come figlio. Genitori sicuramente imperfetti, ma comunque coppia solida e bella, esperta nell’avermi allenato ad interpretare la vita come vocazione, abile nell’avermi introdotto alla relazione con il Mistero, splendida nel testimoniarmi quanto le ferite e il dolore contengono luce, generosissima nell’amore. E così dall’incanto della loro tenerezza e fedeltà di sposi e di genitori, se m’avvicino con discrezione e con animo ‘docibile’, continuo ad imparare la fortuna di essere loro figlio e figlio dell’Altissimo… e riprendo a versare calde lacrime, mi sciolgo in un pianto formativo che avverto alla fine come consolazione e grazia.
One thought to “Pianto grato”
I commenti sono stati chiusi.
Splendido, incantevole, poetico…
Il suo articolo non ha bisogno di nessun commento, temo che rischierebbe di sciuparne la bellezza. Pur tuttavia mi azzardo a scrivere due parole…in punta di piedi.
Ho un cugino Sacerdote e quando lo sento parlare dei suoi genitori, di sua madre in particolare che è sorella della mia, esprime la stessa profondità di sentimenti che ha espresso lei. Questo legame profondo che va oltre il legame di sangue, ma che ha le sue radici in Dio, mi ha sempre meravigliato e stupito.
Grazie per aver voluto condividere i suoi sentimenti più intimi, regalando anche a noi un po’ della sovrabbondante grazia che Dio vi ha donato.
Auguri di cuore ai suoi genitori per un felice proseguimento nel cammino.