Crisi economica o crisi dell’anima?

 

Audio Omelia del 25.11.2012

Domenica 25 novembre 2012

Letture: Dn 7,13-14; Sal 92; Ap 1,5-8; Gv 18,33b-37

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giu­deo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno con­segnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

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One thought to “Crisi economica o crisi dell’anima?”

  1. E’ capitato anche a me di ascoltare certe affermazioni, da qualche mia coetanea, del tipo:”Se sapevo, non mi sarei mai sposata”; “Ho compiuto quarant’anni, adesso volto pagina”.
    Ma la frase più brutta che ho ascoltato, quella che mi ha rattristato di più, è quando ho sentito dire da certe mamme che consigliavano ai propri figli di non sposarsi. A queste di solito rispondo che chi non si sposa per paura di sbagliare, ha già sbagliato.
    Un giorno mia figlia Lara, acuta osservatrice, mi disse che non è giusto che noi adulti parliamo male dei giovani, perché siamo proprio noi adulti a dare loro il cattivo esempio. Le ho dato pienamente ragione.
    La nostra generazione, quella dei cinquanta-sessantenni, è stata la prima a tradire i valori che ci avevano tramandato i nostri padri. Fra tutti i valori persi ce n’è uno in particolare che ritengo più importante di tutti: lo spirito di sacrificio. La parola ‘sacrificio’ è stata bandita dalla nostra cultura, dalla nostra società. Ci mancava solo che venisse tolta anche dal vocabolario.
    Questa parola, così importante per una crescita matura e responsabile dei figli, è stata sostituita da altre del tipo: piacere, divertimento….Ci hanno fatto credere che gli unici scopi per cui valeva la pena di vivere fossero quelli. Ci hanno illuso che si poteva ottenere tutto senza fare fatica.
    Adesso stiamo pagando il conto di quella mentalità scellerata.
    Ma se questo servirà a riscoprire i valori perduti, e dello spirito di sacrificio in particolare….ben venga anche la crisi.
    Solo attraverso lo spirito di sacrificio, che è figlio dell’umiltà, possiamo apprezzare ed essere riconoscenti per ciò che abbiamo. Solo lo spirito di sacrificio ci fa gioire del bene compiuto.
    Tempo fa, parlando con una mia amica, ricordando la vita vissuta dalle nostre mamme e dalle nostre nonne, disse:”Se non vanno in Paradiso loro con tutti i sacrifici che hanno compiuto, nessuna di noi ci andrà.”
    Io confido nella misericordia del Signore.

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