‘Comunità che annuncia e testimonia’ è il titolo del Progetto Pastorale Diocesano (PPD) 2014-2015 della diocesi di Concordia-Pordenone guidata dal vescovo Mons. Giuseppe Pellegrini. E’ l’ultimo ‘atto’ di una trilogia iniziata con l’anno delle fede. Da una fede da vivere, siamo passati ad una fede da celebrare, per concentrarci su una fede da testimoniare. L’insistenza energica e gioiosa del magistero di Papa Francesco su una ‘Chiesa in uscita’, per noi si è rivelata come una sorta di onda propulsiva che ci spinge, ben oltre ciò che immaginavamo, nella medesima direzione delle nostre mete pastorali. Colgo alcuni elementi essenziali del PPD. L’icona biblica che ispira il testo è l’incontro di Gesù con la Samaritana. Mi ha impressionato un arazzo di arte etiopica ammirato a Bose. Tra i personaggi dai grandi occhi e dalla pelle scura emerge la donna samaritana. Essa sembra quasi abbracciare il pozzo, ‘sposarselo’ e portarselo via. Si è sentita accolta, amata e salvata dalla misericordia. Si individuano con chiarezza nel PPD due primati ed un imperativo. Un primato innanzitutto teologico. E’ il dare precedenza alla relazione stretta con il Signore Gesù. La Sua Parola ci racconta la bellezza della misericordia di Dio, ci riempire di una gioia che non è possibile trattenere. Sedersi alla tavola del Vangelo ci permette di assumerne i gusti, gli atteggiamenti, la sensibilità. Segue quindi un primato pastorale. Viene riaffermata la centralità della parrocchia. Comunità di evangelizzati e di evangelizzatori. La parrocchia è la modalità concreta con la quale si traduce capillarmente sul territorio la Chiesa. Pensata come famiglia di famiglie, va custodita gelosamente, fatta uscire da tentazioni autoreferenziali, e resa ‘estroversa’ (per dirla con Dianich). Pur venendo meno l’identificazione sociale e religiosa con il campanile, la parrocchia rimane di fatto la porta di accesso fondamentale alla fede. Assieme ai due primati si aggiunge nel PPD un imperativo. Ovvero: ‘uscire’. Strapparci i capelli per il calo numerico dei preti, avvitarci in analisi senza fine, lasciarci prendere dallo scoraggiamento ci farebbe affondare nelle sabbie mobili dell’accidia pastorale. E’ il tempo di collaborare con la fantasia ‘pacata e scapigliata’ dello Spirito di Gesù. Qualcuno ha paragonato l’insuccesso dell’impianto catechistico italiano alla pietra di Sisifo. Si è partiti con slancio e decisione, poi tutto è rotolato verso la valle della pastorale placida. Noi siamo convinti che, se per grazia, i primati e l’imperativo, di cui sopra, verranno presi sul serio, la pietra rotolerà in avanti. Essa possiede una forza centripeta, attraente. Rotola precedendoci. Segnaliamo, all’interno della sezione ‘Proposte concrete’, ‘Alfabeto della fede’. Un progetto che intendiamo promuovere su tutto il territorio diocesano. Ha l‘intento di coinvolgere i giovani genitori dei bambini delle primarie nel percorso dei figli. Sono necessarie alcune condizioni: un gruppo catechisti compatto insieme al suo parroco, una comunità intera che adotta l’iniziativa, un primo nucleo affiatato di genitori. La seconda è ‘Un attimo di pace’. Implementata nel periodo quaresimale, in sinergia con la diocesi di Padova, ed agganciata al tema dell’alimentazione precorrendo l’imminente apertura di Expo, si è rivelata una entusiasmante idea di evangelizzazione sul web. Quotidianamente venivano postate delle ‘pillole’ di saggezza (file audio) riferite al vangelo del giorno. Il tutto condito con degli ‘eventi in presenza’. La volontà è di raggiungere i ‘dormienti nella fede’ con linguaggi accattivanti. La Diocesi è in fase di riforma delle sue strutture. Con il documento ‘Comunione e annuncio nella corresponsabilità’ del gennaio dello scorso anno è determinata a rilanciare il ruolo delle Foranie e quello delle Unità Pastorali. Queste ultime le immaginiamo come alleanze di parrocchie, che si sostengono e sviluppano una pastorale di timbro missionario. In Atti degli Apostoli i credenti sono definiti ‘quelli della Via’. Prima ancora che in senso spirituale, in termini letterali. Le periferie interiori ed esteriori attendono.
Don Fabrizio De Toni
Vicario per la Pastorale
(Articolo pubblicato sul quotidiano ‘Avvenire’ del 26.04.2015)