Domenica 21 luglio 2013
Letture: Gn 18, 1-10; Sal 14; Col 1, 24-28; Lc 10, 38-42
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Leggendo questo brano del Vangelo, mi viene spontaneo confrontarmi con le due sorelle Marta e Maria e chiedermi a chi di loro assomiglio. Io credo che Marta e Maria convivano entrambe dentro di me. In certi momenti prevale di più l’una, in altri momenti prevale l’altra. Io credo che il giusto atteggiamento del credente sia armonizzare l’operato di entrambe.
Pretendere di fare tutto confidando solo sulle proprie forze, senza l’aiuto che ci viene dall’ascolto della Parola di Dio, ci porta inevitabilmente ad ‘affannarci’. La prova di questa affermazione è sotto gli occhi di tutti.
Negli ultimi cinquant’anni, con l’avvento del progresso, si pensava di non aver più bisogno di Dio, e la fede è andata sempre più calando. Nello stesso tempo però è andato via via sempre più aumentando l’uso di psicofarmaci, ansiolitici, tranquillanti, ecc. L’affanno, lo stress, l’ansia, causati dal ritmo frenetico della vita, ci hanno tolto serenità e tranquillità.
Per recuperare un sano rapporto con noi stessi e con la vita, credo sia essenziale, indispensabile, recuperare il rapporto con Gesù, con Dio nostro Creatore, e con il nostro prossimo che attende di essere accolto e ascoltato.