Domenica 8 luglio 2012
Letture: Ez 2,2-5; Sal 122; 2 Cor 12,7-10; Mc 6,1-6
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Riflettendo sulla frase di S. Paolo “Quando sono debole è allora che sono forte”, il mio pensiero è tornato indietro a 31 anni fa, quando ero una giovane sposa di 23 anni. Dopo 56 giorni di matrimonio, il mio sposo e padre della creatura che portavo in grembo, morì improvvisamente in un incidente stradale.
Rivivendo quel drammatico evento ho scritto questa preghiera:
Sono annientata, il dolore è grande, insopportabile,
non mi resta che piangere, piangere e ancora piangere,
finché non ne ho più la forza.
Tutte quelle lacrime, come un fiume in piena,
hanno portato via le mie presunzioni, le mie ingenuità,
mi hanno spogliato di tutto,
mi sento nuda, nuda di fronte a te, Signore.
Ma è proprio allora, nel culmine della mia debolezza,
che sento nascere dentro di me una forza nuova, un sostegno.
Signore, sei Tu la mia forza, il mio sostegno,
come lo è un palo per la vite.
Io sono solo una povera vite,
senza di te non riuscirei nemmeno a stare in piedi,
ma unita a Te, con la tua forza,
potrò crescere e portare frutti a Te graditi.
Oggi, volgendo lo sguardo indietro,
sento un profondo senso di gratitudine,
verso di Te Signore,
per avermi mostrato la Tua misericordia,
per avere posato su di me il Tuo sguardo,
per essere qui a lodarti e raccontare la Tua gloria.