Sto leggendo in inglese di Newman ‘Prayers, Poems and Meditations’. E’ strepitoso! Traduco un breve passaggio: ‘La conoscenza di sé è alla radice di tutta la reale religiosa conoscenza… E’ vano, anzi peggio che vano, è un imbroglio e un inganno ritenere di comprendere le dottrine cristiane così, semplicemente lasciandosi insegnare dai libri, ascoltando sermoni… La conoscenza di sé è la chiave per arrivare ai precetti e alle dottrine della Scrittura’. Lo trovo di una bellezza folgorante.
2 thoughts to “Bellezza antica e sempre nuova…”
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Sì, è una verità folgorante, quanto semplice e ovvia. A volte sono proprio queste le verità che ci sfuggono. Noi ci arrovelliamo il cervello pensando chissà a che cosa e invece la verità è proprio lì a portata di mano…come nella storiella de ‘L’uovo di Colombo’.
Gesù ci ha insegnato ad amare il prossimo come noi stessi, quindi prima di tutto dobbiamo imparare ad amare noi stessi. Ma come facciamo ad amarci senza conoscerci? Se ci amassimo ‘a scatola chiusa’, convinti di essere perfetti o di essere i migliori, sarebbe solo presunzione, non amore. L’amore vero implica sempre sincerità e trasparenza, sia esso verso noi stessi, verso Dio o verso il prossimo. Se non abbiamo l’umiltà necessaria da permettere nemmeno a noi stessi di addentrarci nei meandri della nostra anima, è ovvio che non permetterremo a niente e a nessun altro di farlo.
Mi torna in mente ora una frase che ho letto in un libro del Mahatma Ghandi qund’ero ragazza. Diceva più o meno così.”Condivido gli insegnamenti del Vangelo, ma non mi faccio cristiano per non essere confuso con i cristiani. L’occidente è cristiano da molti secoli, ma è come un sasso in un torrente, su cui scorre costantemente l’acqua, ma se lo spezzi, dentro è ancora asciutto.”
Possiamo dargli torto?
Caro don Fabrizio,
il cercare di esprimere nel blog il mio nuovo stato di ‘figlia’, mi ha portata inevitabilmente a rivisitare il mio passato di adolescente ribelle. Scavare nei ricordi per cercare di ripescare antichi sentimenti, a volte costa fatica, ma può risultare pure stupefacente per ciò che emerge, ed ogni volta è un passetto in più verso la verità ‘vera’ verso la conoscenza di sé.
Mi sono di nuovo interrogata sul perchè delle mie ribellioni, delle mie scelte controcorrente…o meglio, su che cosa le ha scatenate e me le ha fatte sentire giuste, leggittime, sacrosante! Mi è tornato in mente un episodio: era il ’78 d’inverno e non avevo ancora compiuto 14 anni. Mio fratello mi invitò a partecipare con lui ad un concerto di Francesco Guccini, allora cantautore di nicchia. Io non sapevo nemmeno chi fosse. Ne avevo solo sentito parlare durante l’estate, da ragazzi più grandi di me che conoscevo, ma l’idea che mio fratello (allora 25enne sposato e padre di due bambini) mi portasse con sè ad un concerto, mi fece sentire ‘grande’ e ci andai piena di entusiasmo.
Rimasi letteralmente folgorata dal personaggio e dalla sua libertà quasi violenta di esprimersi.
Durante il ritorno in macchina, canticchiai per tutta la strada una delle canzoni che avevo sentito e che mi aveva affascinato.
Rileggere ora il testo, mi fa riflettere e nello stesso tempo mi fa sorridere. Te lo incollo :
LIBERA NOS DOMINE
Da morte nera e secca, da morte innaturale,
da morte prematura, da morte industriale,
per mano poliziotta, di pazzo generale,
diossina o colorante, da incidente stradale,
dalle palle vaganti d’ogni tipo e ideale,
da tutti questi insieme e da ogni altro male,
libera, libera, libera, libera nos Domine!
Da tutti gli imbecilli d’ogni razza e colore,
dai sacri sanfedisti e da quel loro odore,
dai pazzi giacobini e dal loro bruciore,
da visionari e martiri dell’ odio e del terrore,
da chi ti paradisa dicendo “è per amore”,
dai manichei che ti urlano “o con noi o traditore!”,
libera, libera, libera, libera nos Domine!
Dai poveri di spirito e dagli intolleranti,
da falsi intellettuali, giornalisti ignoranti,
da eroi, navigatori, profeti, vati, santi,
dai sicuri di sé, presuntuosi e arroganti,
dal cinismo di molti, dalle voglie di tanti,
dall’egoismo sdrucciolo che abbiamo tutti quanti,
libera, libera, libera, libera nos Domine!
Da te, dalle tue immagini e dalla tua paura,
dai preti d’ogni credo, da ogni loro impostura,
da inferni e paradisi, da una vita futura,
da utopie per lenire questa morte sicura,
da crociati e crociate, da ogni sacra scrittura,
da fedeli invasati d’ogni tipo e natura,
libera, libera, libera, libera nos Domine,
libera, libera, libera, libera nos Domine…
All’epoca Guccini non aveva ancora 40 anni. Era uno che aveva attraversato il ’68 ed è stato uno di quelli che mi hanno indotto ad ‘uccidere il padre’. Mi sembrava portatore di verità, mi sembrava di aver capito da dove cominciare a cercare: azzerando e ribellandomi a tutto, anche a Dio! Ho ascoltato, analizzato, imparato quasi a memoria tutte le canzoni di Guccini, come fossero il Vangelo. Non sono tutte così dirompenti e molte restano canzoni molto belle: poesie. Ti assicuro che siamo in molti, miei coetanei (una generazione appunto) che è cresciuta ascoltando Guccini, De Andrè, Bennato, Finardi e molti altri…E non è un caso se poi Vecchioni (amico intimo di Francesco Guccini) nel 2011 va a Sanremo e vince proponendo una canzone intitolata: “chiamami ancora amore”. Non c’era tutto da buttare!
Penso che, se ci ho messo più tempo per avvicinarmi alla Verità, è perché ho imboccato la strada ‘controvento’. Ho scelto il percorso più lungo e tortuoso, ma mi sento più ricca. Di positivo c’erano i buoni propositi. L’ideale, la meta da raggiungere, non erano lo sballo, la perdita di coscienza, ma era, in buona fede, una ricerca verso la verità, la felicità, il senso.
Provo tenerezza ora per quello che sono stata, per quanto amore ho speso in questa mia ricerca presuntuosa ed autonoma, di certo libera. Deduco che alla fine ci salva sempre l’amore, la buona fede, la dedizione. Dove ci abbiamo messo amore, c’è sempre sapore di buono.