Scherzando con un amico, affermavo che oggi di vergine rimane l’olio di oliva o un certo tipo di lana. Forse anche quelli taroccati dai soliti cinesi. Al di là della battuta, abbiamo dimenticato che vergine è come dire innamorato, sposo, generoso e non frigido, stanco, pauroso di sesso e famiglia. Parlare di verginità potrebbe suonare proprio stonato, sembrare fuori moda come il raccomandare una bella virtù alla quale credono ormai solo alcuni gruppi di tenaci settantenni. Nella migliore delle ipotesi potrebbe essere considerata un affare privato, come una sorta di eroismo, di sfida della quale vantarsi. Insomma un obiettivo più voluto che amato. Ma che ci stanno a fare i preti, i frati, le suore, i celibi per il Regno, le vergini consacrate… sono dei singles gelosi della loro autonomia, degli sterili ed inconcludenti zitelli, degli esseri che hanno dichiarato guerra aperta ai sentimenti, delle calotte polari? O dei poveretti da compatire, dei castrati volontari, dei votati alla tristezza della continenza? Oppure, è sbagliato sostenere che sono creature ferite dall’Amore, ammalate della nostalgia di Dio, piene di desiderio e di passione per il Bello? Qualcuno non smette di credere nel Vergine per il Regno, una sorta di vocazione ad essere segno radicale di passione assoluta per il Vangelo e per l’uomo. S. Agostino direbbe che noi siamo fatti da Dio e quindi fatti per Dio e che allora il vergine è chiamato a ricordare questa verità che appartiene a tutti. Ovvero tutti sono chiamati a vivere una verginità ‘larga’, ad essere dono. Che lo vogliamo o no, un pezzo del nostro cuore rimarrà vergine, nessuno potrà occuparlo se non Dio, l’Amante, lo sposo geloso. Altro che paura e meschinità! Altro che roba vecchia, da museo degli oggetti religiosi e polverosi!
Leggendo la tua pubblicazione “vergine impossibile?”, mi è scappato un sorriso…
Qualche settimana fa, parlando di verginità, ti dicevo che è un dato statistico che un’alta percentuale di sedicenni hanno già consumato la loro prima esperienza sessuale e se, le canzoni di Vasco Rossi (questo era l’argomento) piacciono tanto, è perché le adolescenti vi si riconoscono anche nei testi.
Ai tempi della mia adolescenza, la verginità era vissuta con curiosità e trepidazione : era un “salto del fosso”. C’era chi ne faceva una questione di età (bisogna avere 18 anni) e chi poneva come condizione la promessa di matrimonio.
Non so se la generazione che ha preceduto la mia, sia stata più sottomessa o forse solo più ipocrita, (quanti matrimoni riparatori celebrati all’alba)….Per me è stata un’esperienza di “passaggio” alla quale non ho posto molte condizioni. Ci sono state le prime uscite serali, il primo bacio, i primi approcci con l’altro sesso, la prima serata in discoteca e la “prima volta”.
E’ stato un dono “piccolo” e poco consapevole che ho fatto di me stessa e probabilmente neanche il fidanzatino di allora era preparato a ricevere chissà che dono.
Dopo un po’ di anni e altre storie poco importanti, ho conosciuto l’amore grande, quello maturo, responsabile; quello con il quale la condivisione è totale, quello che mi ha fatto desiderare di diventare mamma, quello al quale ho donato il mio cuore. A questo amore io ho donato una parte “vergine” di me.
E siccome, quanto più è profondo e forte l’amore che si prova, tanto più grande è il dono che vorremmo offrire, ora posso capire cosa alimenta la scelta del Vergine per il Regno : un grande amore per Dio, così grande da fare dono totale di sé.
Da un po’ di tempo il mio cuore vive una gioia nuova, inaspettata; una nuova energia, una voglia di assaporare tutto ciò che è la meraviglia del mondo: il calore dell’amicizia, la tenerezza per il mio bambino, la solidarietà verso gli altri….
Ho imparato ad apprezzare quello che ho e non ad “accontentarmi” di quello che ho, sdrammatizzo le incertezze del mio futuro lavorativo(la crisi colpisce tutti), ho imparato a trovare la pazienza anche nei momenti di disagio….
Sto muovendo i primi passi del mio cammino verso Dio e questo equilibrio ritrovato, questo punto fermo che ho sentito dentro di me, sono sicura che è il Suo amore.
…Sono felice di aver messo (inconsapevolmente) da parte un pezzo vergine del mio cuore….
Che dire? Che mi hai fatto sorridere per le prime battute del testo. E riflettere per le successive.
Gesù dice in Mt 19,11 che non tutti possono capire la verginità, ma solo coloro ai quali è stato concesso.
Certo che in ognuno di noi c’è una parte vergine per il Regno di Dio. Anzi proprio perchè di Dio, dobbiamo viverla affinchè il suo amore la possa occupare. A volte, però, la si tiene custodita, ma sarebbe bello, sarebbe coraggioso (parlo per me), poterla condividere “largamente” con gli altri: essere dono. Non sempre è facile…..Nel frattempo do spazio a Gesù, affinchè, sempre di più, possa amarmi e possa indicarmi la strada per raggiungere il Suo Regno. E chissà mai che un giorno possa incontrarmi e dirmi: la verginità per il Mio Regno ti ha fatta essere dono e ti ha salvata.
Devo riconoscere che Dio ha avuto un occhio di riguardo per me:nel corso della mia vita mi ha fatto incontrare tanti Vergini per il Regno. Ne voglio qui ricordare in particolare due, i più significativi per la mia crescita spirituale.
A quattordici anni ho incontrato Don Chino Biscontin di Palse. E’ stato mio insegnante di Religione nel biennio delle Superiori. Con lui ho scoperto la Bellezza della Fede, la Bellezza di sentirmi amata da Dio e la Bellezza di ricambiare questo amore.
Qualche anno dopo, quando ero fidanzata, ho incontrato Don Luigi Cozzarin, che ha dedicato quasi tutta la sua vita alla Pastorale Familiare. Già da qualche anno è tornato alla Casa del Padre e sono contenta di poter rendere omaggio alla sua memoria.
Con lui ho scoperto la Bellezza dell’amore di coppia, la Bellezza di donarsi reciprocamente.
Dio è stato generoso con me e mi ha fatto sperimentare non una, ma due volte, questo tipo di amore.
Sono particolarmente grata a questi due Sacerdoti, veri Vergini per il Regno, perchè senza i loro insegnamenti non so se sarei stata in grado di superare le prove che, di lì a poco, la vita mi avrebbe riservato.
Prima l’improvvisa morte del mio primo marito, dopo soli 56 giorni di matrimonio, e poi, quattro mesi dopo, la nascita prematura della creatura che avevamo appena fatto in tempo di concepire, prima della sua dipartita. Questa seconda prova fu ancora più dura della prima:il medico che mi informò della situazione, mi disse che quella nascita, avvenuta alla ventisettesima settimana di gestazione, era un aborto, e che mi dovevo mettere il cuore in pace. Ma il cuore in pace non me lo misi proprio; mi aggrappai alla Fede con tutte le mia forze, e Dio nella sua Infinita Bontà, ebbe Pietà e Misericordia di me. Non solo concesse a mia figlia di vivere, ma cinque anni fa,all’età di 24 anni, si è anche laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche con il massimo dei voti:110 e Lode!
Non so se riuscirò a ricambiare tutto il bene che ho ricevuto da tutte le persono, anche sposate, che ho incontrato sul mio cammino, che si sono fatte “dono” per me, ma so che l’unico modo per provarci, è diventare a mia volta “dono” per gli altri.
A questo anela il mio cuore, questo è il fine per cui sono stata creata.
Grande Lectio Divina, quella a cui ho partecipato giovedì scorso.
Mi sarebbe piaciuto essere uno dei due discepoli di Emmaus, per percorrere insieme a Gesù tutti quei kilometri a piedi.
Alcune volte, si è tristi, tutto sembra finito, tutto sembra non avere una risposta, ci si lascia andare, ci si abbandona al vuoto, all’illusione.
Mentre il silenzio è forte dentro di te, avverti all’improvviso, una parola, una scintilla, che mette in movimento, che ti fa camminare dentro. E il cuore brucia.
E’ Gesù che ci ha raggiunti, che ci fa sentire quanto bene si sta quando cammini a fianco a lui.
Folli di felicità, per aver capito, che solo con Lui, la tristezza sparisce per cedere il posto alla gioia.
Grazie!
Le pecorelle, il Pastore, i lupi, i ladri e i briganti………ecco i personaggi che ieri sera sono stati protagonisti della Lectio Divina.
Ho chiuso gli occhi ed uno scorrere d’immagini mi passavano davanti.
Mi venivano in mente tante persone da paragonare ai ladri, ai briganti (come li chiama Gesù), come tutte quelle persone che per un pugno di soldi o un’eredità si uccidono e quelle che, per un piacere sentimentale, ti uccidono.
Quelle ricche che sfruttano le povere e quelle potenti che abbassano le umili. Persone che ti dominano che ti chiudono dentro ai loro recinti, che fanno e farebbero qualsiasi cosa per raggiungere i loro obiettivi.
Mi sono sempre chiesta il perchè di tutto questo, ma poi, ho capito, che queste persone, non sono sorde alla parola di Gesù, perchè Gesù parla anche a loro, ma semplicemente sono ostinate: capiscono che se accolgono il messaggio di Gesù devono perdere tutto il proprio potere, il proprio dominio sugli altri, la propria stima, la propria faccia. Perdono tutto questo per mettersi al servizio degli altri, per abbassarsi, per umiliarsi. E chi ne fa parte rimane invischiato in questa trappola.
Credo che l’uomo, se non si sente felice, se non ha la gioia dentro il cuore, un pò è dentro a qualche recinto e per uscire ha bisogno di Gesù che lo conduce fuori, che lo fa’ libero.
Bella e grande Lectio!