La compagnia orchestrale di Gesù

Orchestra

Audio Omelia 03.05.2015

Domenica 3 maggio 2015

Messa di Prima Comunione – Villotta

Letture: At 9,26-31; Sal 21; 1 Gv 3,18-24; Gv 15,1-8

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

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Missione Thailandia

thailandia

Missione delle Chiese Trivenete in Thailandia

I preti “Fidei Donum” sono preti diocesani, inviati a collaborare con il clero di altre diocesi. Prendono il nome dall’enciclica “Fidei Donum” (1957), con la quale papa Pio XII dava nuovo risalto missionario alle Chiese diocesane, invitandole a inviare preti e laici per la missione.
La Conferenza Episcopale Triveneto (CET), che raggruppa quindici diocesi del Nord-est d’Italia, ha avviato una esperienza di collaborazione con la diocesi di Chiang Mai, nel nord della Thailandia, a partire dal luglio 1997. Dal maggio 2009 ne è vescovo mons. Francesco Saverio Wirà Aphornrat e conta quasi sei milioni di abitanti, di cui 46.000 cattolici.
Ai preti “Fidei Donum” del Triveneto è affidata la Missione “Regina della Pace” di Chaehom, nella provincia di Lampang e, dal maggio 2010, la cura pastorale della provincia di Lamphun.
Attualmente sono quattro le diocesi che contribuiscono con personale: Verona (Berti don Giuseppe), Padova (Rossi don Bruno, De Battisti don Attilio e Sandonà don Raffaele), Vicenza (Melotto don Pietro) e Belluno (Soppelsa don Bruno).
Le altre diocesi collaborano con l’aiuto economico e l’interessamento alle attività, con frequenti visite dei direttori dei Centri Missionari, di preti e laici. L’attuale responsabile a nome della CET (Conferenza Episcopale del Triveneto) è il vescovo di Trento mons. Luigi Bressan, mentre don Luis Canal di Belluno è il referente per i Centri Missionari Diocesani.
L’anno scorso, durante il corso annuale di Esercizi Sprituali, è nata l’idea di aprire questa esperienza ad altri sacerdoti delle diocesi del Triveneto, che volessero condividere un tempo di spiritualità e di conoscenza anche della loro missione.
thailandia 3Quest’idea si è concretizzata con l’esperienza vissuta quest’anno dal 26 gennaio al 6 febbraio. Otto sacerdoti e due laici, tra cui un medico volontario in India, provenienti da alcune diocesi del Triveneto, sono andati tra loro, sia per conoscere la loro attività missionaria, sia per mettersi, insieme a loro, in ascolto profondo della Parola.
Ognuno si è messo in gioco con le proprie esperienze pastorali o missionarie, in modo tale da costruire un clima di arricchimento reciproco.
Divisi in due gruppi, nella prima settimana di viaggio c’è stata l’occasione di incontrare le differenti realtà in cui operano: la parrocchia di Chaehom, caratterizzata soprattutto dalla pastorale con le tribù dei monti del Nord Thailandia, e Lamphun, dove c’è una piccola comunità nascente immersa in una forte tradizione buddista.
Il tutto è culminato con la preghiera e l’ascolto della Parola durante la settimana di Esercizi Spirituali guidati da don Amedeo Cristino, direttore del Cum (Centro Unitario Missionario) di Verona.

Nel video qui sotto le testimonianze dei partecipanti.

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La misericordia

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Audio Registrazione don Virginio Colmegna
Audio Registrazione don Vito Piccinonna

Roma 24/26 aprile 2015

Convegno delle presidenze diocesane di Azione Cattolica

Mini-convegno all’interno dell’evento

Colmegna e PiccinonnaIl primo relatore è don Virginio Colmegna, direttore della Casa della Carità della diocesi di Milano, una delle voci più significative del dibattito culturale italiano sull’inclusione e la giustizia.  Il secondo relatore è don Vito Piccinonna, direttore della Caritas di Bari. Affianca don Virginio con la narrazione-testimonianza della Casa per padri separati della sua diocesi, da lui ideata ed implementata.

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Una Chiesa ‘en salida’

Popoli‘Comunità che annuncia e testimonia’ è il titolo del Progetto Pastorale Diocesano (PPD) 2014-2015 della diocesi di Concordia-Pordenone guidata dal vescovo Mons. Giuseppe Pellegrini. E’ l’ultimo ‘atto’ di una trilogia iniziata con l’anno delle fede. Da una fede da vivere, siamo passati ad una fede da celebrare, per concentrarci su una fede da testimoniare. L’insistenza energica e gioiosa del magistero di Papa Francesco su una ‘Chiesa in uscita’, per noi si è rivelata come una sorta di onda propulsiva che ci spinge, ben oltre ciò che immaginavamo, nella medesima direzione delle nostre mete pastorali. Colgo alcuni elementi essenziali del PPD. L’icona biblica che ispira il testo è l’incontro di Gesù con la Samaritana. Mi ha impressionato un arazzo di arte etiopica ammirato a Bose. Tra i personaggi dai grandi occhi e dalla pelle scura emerge la donna samaritana. Essa sembra quasi abbracciare il pozzo, ‘sposarselo’ e portarselo via. Si è sentita accolta, amata e salvata dalla misericordia. Si individuano con chiarezza nel PPD due primati ed un imperativo. Un primato innanzitutto teologico. E’ il dare precedenza alla relazione stretta con il Signore Gesù. La Sua Parola ci racconta la bellezza della misericordia di Dio, ci riempire di una gioia che non è possibile trattenere. Sedersi alla tavola del Vangelo ci permette di assumerne i gusti, gli atteggiamenti, la sensibilità. Segue quindi un primato pastorale. Viene riaffermata la centralità della parrocchia. Comunità di evangelizzati e di evangelizzatori. La parrocchia è la modalità concreta con la quale si traduce capillarmente sul territorio la Chiesa. Pensata come famiglia di famiglie, va custodita gelosamente, fatta uscire da tentazioni autoreferenziali, e resa ‘estroversa’ (per dirla con Dianich). Pur venendo meno l’identificazione sociale e religiosa con il campanile, la parrocchia rimane di fatto la porta di accesso fondamentale alla fede. Assieme ai due primati si aggiunge nel PPD un imperativo. Ovvero: ‘uscire’. Strapparci i capelli per il calo numerico dei preti, avvitarci in analisi senza fine, lasciarci prendere dallo scoraggiamento ci farebbe affondare nelle sabbie mobili dell’accidia pastorale. E’ il tempo di collaborare con la fantasia ‘pacata e scapigliata’ dello Spirito di Gesù. Qualcuno ha paragonato l’insuccesso dell’impianto catechistico italiano alla pietra di Sisifo. Si è partiti con slancio e decisione, poi tutto è rotolato verso la valle della pastorale placida. Noi siamo convinti che, se per grazia, i primati e l’imperativo, di cui sopra, verranno presi sul serio, la pietra rotolerà in avanti. Essa possiede una forza centripeta, attraente. Rotola precedendoci. Segnaliamo, all’interno della sezione ‘Proposte concrete’, ‘Alfabeto della fede’. Un progetto che intendiamo promuovere su tutto il territorio diocesano. Ha l‘intento di coinvolgere i giovani genitori dei bambini delle primarie nel percorso dei figli. Sono necessarie alcune condizioni: un gruppo catechisti compatto insieme al suo parroco, una comunità intera che adotta l’iniziativa, un primo nucleo affiatato di genitori. La seconda è ‘Un attimo di pace’. Implementata nel periodo quaresimale, in sinergia con la diocesi di Padova, ed agganciata al tema dell’alimentazione precorrendo l’imminente apertura di Expo, si è rivelata una entusiasmante idea di evangelizzazione sul web. Quotidianamente venivano postate delle ‘pillole’ di saggezza (file audio) riferite al vangelo del giorno. Il tutto condito con degli ‘eventi in presenza’. La volontà è di raggiungere i ‘dormienti nella fede’ con linguaggi accattivanti. La Diocesi è in fase di riforma delle sue strutture. Con il documento ‘Comunione e annuncio nella corresponsabilità’ del gennaio dello scorso anno è determinata a rilanciare il ruolo delle Foranie e quello delle Unità Pastorali. Queste ultime le immaginiamo come alleanze di parrocchie, che si sostengono e sviluppano una pastorale di timbro missionario. In Atti degli Apostoli i credenti sono definiti ‘quelli della Via’. Prima ancora che in senso spirituale, in termini letterali. Le periferie interiori ed esteriori attendono.

Don Fabrizio De Toni
Vicario per la Pastorale
(Articolo pubblicato sul quotidiano ‘Avvenire’ del 26.04.2015)

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Franchezza

620Audio Omelia 19.04.2015

Domenica 19 aprile 2015

Letture: At 3,13-15.17-19; Sal 4; 1 Gv 2,1-5a; Lc 24,35-48

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

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La forza del dubbio

DubbioAudio Omelia 12.04.2015

Domenica 12 aprile 2015

Letture: At 4,32-35; Sal 117; 1 Gv 5,1-6; Gv 20,19-31

Dal vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

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Pietre rotolanti

Pietra

Audio Omelia 05.04.2015

Pasqua di Risurrezione del  Signore

Letture: At 10, 34a. 37-43; Sal 117; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9

Dal vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

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La vita come servizio

Cristo sul ponte-Chagall

Audio Omelia 02.04.2015

Giovedì Santo – Cena del Signore

Letture: Es 12, 1-8. 11-14; Sal 115; 1Cor 11, 23-26; Gv 13, 1-15

Dal vangelo secondo Giovanni
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

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