Corpus Domini, tavola della solidarietà

Audio Omelia 26.05.2016

Santissimo Corpo e Sangue di Gesù

Letture Gen 14, 18-20; Sal 109; 1 Cor 11,23-26; Lc 9, 11-17

 

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.

Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».

Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.

Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.

Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.

Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

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Venerdì Santo

Memoria della morte di Gesù

Meditazione liturgica sulla croce

Drammatico il quarto Canto del Servo Sofferente di Isaia: ‘Si addossò le loro iniquità’. E’ immagine ripresa dai Padri della Chiesa. Il Servo naturalmente è Gesù. Sulle sue braccia stese, sopra le sue spalle si prende il carico del male, dei nostri peccati, della cattiveria umana. Il bagaglio lo porta e lo getta lontano, ci libera mosso da misericordia. Rimane l’adorazione grata e stupita del credente.

Lettera agli Ebrei: Imparò l’obbedienza e la compassione dalle cose che patì’. Impressiona un Gesù ‘non imparato’. Anche lui è entrato in un percorso formativo. Incanta che abbia imparato non solo ad affrontare il male, o nonostante il male, ma grazie al male.

Una dura scuola. Essa può spingerci ad imparare a bestemmiare, o piegare le ginocchia, ad apprendere l’arte dell’abbandono, della fiducia , della compassione. E’ solo il patire che ci consente di com-patire, di comprendere, di provare tenerezza.

Nel Vangelo di Giovanni troviamo due sezioni: il Libro dei Segni e Il vangelo della gloria. La morte è l’epifania, lo svelamento della gloria, del ‘peso’ della misericordia di Dio. Contempliamo sulla croce un Gesù regale, trasfigurato. Nell’arresto, nel processo, e nella morte è lui che dispone e governa gli eventi. Merita proprio fare silenzio e onorare tanta bellezza… che salva il mondo!

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Non trasformiamo la Trinità in un rebus!

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Audio Omelia 22.05.2016

Santissima Trinità

Letture Pr 8,22-31; Sal 8; Rm 5,1-5; Gv 16,12-15

 

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.

Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.

Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

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Pentecoste

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San Giuseppe falegname di George De La Tour e particolare

Audio Omelia 15.05.2016

Pentecoste

Letture At 2, 1-11; Sal 103; Rm 8,8-17; Gv 14,15-16.23-26

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

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Amedeo Cencini: Bournout e vita pastorale

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Dopo la pubblicazione in questo blog dell’ audio intervista a P. Amedeo Cencini sulla sindrome da burnout  e del primo video ricavato dalla stessa vi informo che sul mio canale youtube è possibile vedere il secondo video che completa il percorso.

Il materiale a disposizione è utile per una pausa di riflessione all’interno dei vostri consigli pastorali e non solo.

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clicca sull’icona per visualizzare il video… buona visione!

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Frammenti di bellezza

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Mausoleo di Galla Placidia – Ravenna

Li incontreremo domenica 11 settembre, nel contesto della città di Pordenone.
Li gusteremo negli spazi espositivi cittadini per i quali è in corso un accordo organizzativo, naturalmente presso il museo diocesano, nella Chiesa del Cristo e nella Concattedrale di San Marco. Sono eventi d’arte pittorica e musicale. Prevedono installazioni, visite guidate, laboratori per i più piccoli, incontri con l’autore, audizioni. Il target, i destinatari che voglia- mo raggiungere non sono innanzitutto gli operatori pastorali o solamente i frequentatori abituali di gallerie d’arte, gente dal palato palato fino. Perché un evento come ‘Frammenti di bellezza’? Per il piacere dell’inedito? E’ un esercizio artificiale di creatività, che non risponde a bisogni reali? Esso si pone come una iniziativa di evangelizzazione attraverso il linguaggio del bello, della cultura che affascina, della evocazione. Dio è bello, è il massimo della bellezza. ‘Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo’ (Sal 45). Che c’è di più seducente del Vangelo, di più affascinante della croce, di più attraente del dono di sé? Lo straordinario patrimonio di arte, e di arte sacra in particolare, è un riflesso di tale bellezza, rivela l’esperienza del bello dell’autore, ce ne consente l’accesso con i sensi. La ‘gloria’ di Dio non è altro che il ‘peso’, la consistenza, la forza attrattiva della sua bellezza e misericordia. L’uomo, che esce dalle mani di Dio, porta in sé una nostalgia struggente della sua sorgente, del grembo caldo e bello che lo ha generato. Pochi passaggi, quindi, per richiamare la centralità della ‘via della bellezza’ da percorrere con l’entusiasmo dell’evangelizzatore, cosciente di condividere un dono prezioso: ‘Come sono belli i piedi del messaggero di buone notizie’ (cfr Is 52). Il Card. Martini nel suo progetto pastorale per l’anno 1999-2000, dal titolo: ‘Quale bellezza salverà il mondo?’, sosteneva che per attirare il cuore umano l’approccio razionale-dottrinale, o quello della mera denuncia dei mali e brutture del mondo per innescare una con- versione, non funziona. Ciò che è brutto, la negazione della bellezza, ovvero il male, la corruzione, l’indifferenza, la mediocrità, la violenza ci spingono a cercare la bellezza di Dio. Evidentemente ‘Frammenti di bellezza’ è uno spunto o poco più, una provocazione, per indirizzarci verso uno scenario accattivante e promettente. Sulla scorta di altre diocesi italiane, stiamo iniziando ad offrire occasioni di arte e catechesi, di visite guidate dal sapore spirituale, di utilizzo vero dell’arte nella liturgia, oggi scaduta a decorazione religiosa. Più che un ampliamento dell’offerta pastorale, che suona affaticante e sgradevole, si tratta di introdurre l’arte nella pastorale ordina- ria, per tutte le potenzialità fascinatorie che possiede. Nel Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna, scrigno di splendore e di luce, sulla sommità della porta di ingresso è collocata la lunetta musiva del ‘Bel Pastore’ (cfr Gv 10). La posizione non è casuale. Uscendo non si ha la sensazione di abbandonare il luogo, ma di immergersi nel- la luce del Pastore Bello, di avviarsi sulla strada della bellezza. Lui, come giovane imberbe e pieno di vitalità, accarezza le sue pecore quasi damascate. Come non raccontare tanto incanto e commozione?

Don Fabrizio

Articolo pubblicato su ‘Collegamento Pastorale’

della Diocesi di Concordia-Pordenone

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La casula di Matisse

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Audio Omelia 08.05.2016

Messa di prima comunione

Letture At 1, 1-11; Sal 46; Gv 6, 1-13

Dal Vangelo secondo Giovanni.

Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: “Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?”. Rispose Gesù: “Fateli sedere”. C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.

Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

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Ascensione: stare o andare

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Audio 07.05.2016

Ascensione del Signore

Letture At 1, 1-11; Sal 46; Eb 9,24-28;10,19-23; Lc 24, 46-53

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

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Il tutto abbraccia la parte. Incontro Nazionale Presidenze dell’Azione Cattolica

untitledOltre 650 delegati provenienti dalle diocesi d’Italia, in rappresentanza di un’associazione che attraverso più di trecentomila iscritti è presente in più di 7.000 parrocchie, sono i protagonisti del Convegno delle Presidenze diocesane di Azione Cattolica “Il tutto abbraccia la parte. L’Azione Cattolica nel cammino della Chiesa”, a Roma dal 29 aprile al 1 maggio 2016.

Durante queste giornate, attraverso una serie di mini convegni tematici, l’ascolto di buone prassi ed esperienze concrete, l’AC si interroga sul suo ruolo oggi, nella Chiesa e nel mondo, come parte che si mette a disposizione del tutto approfondendo cinque ambiti in cui l’associazione è chiamata a vivere il suo servizio al prossimo: la scuola, il lavoro, il dialogo interreligioso, il dialogo intergenerazionale, l’ambito sociopolitico.

 

Vi propongo l’audio del contributo di P. Giacomo Costa SJ Direttore della rivista ‘Aggiornamenti sociali’ intervenuto per l’ambito sociopolitico durante i miniconvegni “Le parti per il tutto”.

 

IMG_2776P. Giacomo Costa SJ è nato a Genova nel 1967, dopo la laurea in DAMS-Musica all’università di Bologna, nel 1992 entra nella Compagnia di Gesù.
Oltre agli studi di filosofia e teologia consegue un master in Sociologia politica e morale a Parigi. Dopo un triennio a Palermo, presso l’Istituto di formazione politica «Pedro Arrupe», nel 2005 arriva ad Aggiornamenti Sociali divenendone direttore nel 2010. È anche presidente della Fondazione Culturale San Fedele di Milano e vicepresidente della Fondazione Carlo Maria Martini

 

 

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Viaggio in Thailandia

Ripropongo un articolo già apparso nel blog a dicembre 2015 corredandolo delle foto del viaggio in Thailandia.

ThailandiaFebbraio 2015. Mi trovo coinvolto in un viaggio missionario assieme ad un gruppetto di preti fidei donum e a un paio di laici. Meta: le due missioni animate da sei preti fidei donum delle diocesi del Nord Est Italia. Mesi prima decido di partire, non troppo convinto. Mi piace viaggiare, tuttavia non sono particolarmente attratto dall’Asia. Vengo vinto dall’insistenza del mio vescovo. Evidentemente ora mi devo ricredere. Sembrerà banale, ma il ricordo che più mi si è stampato dentro è un’esperienza di tipo gustativo e olfattivo. E’ sufficiente che ci pensi un attimo, o che senta un odore speziato e le ‘narici’ della mia memoria si attivano immediatamente. E’ un’esperienza che sintetizza la permanenza in Thailandia con tutte le sue sorprese. Ricordo di un pranzo festoso, consumato all’aperto in un bel ristorante locale, organizzato dai missionari per darci un’idea dei colori e sapori della cucina nazionale. Arrivano in sequenza quasi precipitosa piatti, vassoi e zuppiere con verdure, carne e pesce dai colori calibrati ed invitanti. All’assaggio per il mio palato, forse un po’ troppo esigente ed educato alla cucina mediterranea, un’esplosione di sapori piccanti e pungentissimi mi riempie il palato, risale per le narici, irrompe nel cervello, lasciandomi quasi stordito e disgustato da tanto eccesso e contrasto. L’appetito e l’acquolina cedono il passo al sospetto. Impossibile mi dico adattarsi. Come si fa? Troppo distante dalla mia sensibilità. La Thailandia, terra dei sorrisi e dei fiori, dove tutto parla di incanto e di serenità, nasconde sotto la pelle dei contrasti fortissimi, direi micidiali. Nel paese la rete internet e i servizi tecnologici sono all’avanguardia, ci superano di due falcate, eppure basta spostarsi con le jeep dei missionari nelle foreste del nord e si incontrano villaggi di palafitte abitati da gente povera. La vita monastica e dei santuari sembra similare a quella europea, poi ascoltando e approfondendo ci si avvede delle distanze siderali. Una sera rimango affascinato nel seguire un ragionamento fatto da un missionario circa il concetto buddhista di realtà. Per noi occidentali, figli della filosofia greca, la realtà coincide con l’esperimentabile e con la verità oggettiva, per il buddhismo theravada essa è generata dal desiderio: impressionante! Quindi: altre categorie, altre visioni, altri procedimenti mentali e filosofici dettano le regole. I visi levigati e dolci della gente, ad iniziare dalle giovani donne, vengono reintrepretati quando sentiamo raccontare di struggenti tristezze che abitano gli animi di questo popolo. Che contrasti! Come quello tra il pudore nell’abbigliamento e nelle immagini pubblicitarie in rotta di totale collisione con la famosa industria del sesso (avviata dagli Stati Uniti durante il conflitto con il Vietnam), di cui non si vede traccia esterna. Sconcertante pure lo stile evangelico dei preti italiani: ritmi rallentati e meno convulsi, amore e rispetto per la cultura e le tradizioni religiose, generosità elargita spontaneamente, affinata sensibilità per intercettare i bisogni di trascendenza. Un ‘contrasto’ deciso con i nostri appetiti e gusti pastorali di riuscita immediata e di consenso. Una storia di chiesa in uscita che non pretende di raccogliere folle, ed è felice di spendersi con gratuità, di annunciare il vangelo, l’interesse di Dio per l’uomo. Grazie cara Thailandia!

Articolo pubblicato su IRIDE, bollettino delle parrocchie di Villotta-Taiedo – Dicembre 2015

 

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Clicca per visualizzare le foto del viaggio.
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