I sogni rubati dei giovani

Guardando alla realtà pastorale di casa nostra e specificatamente ai giovani si rimane rincuorati. Nasce un sentimento di fiducia per il futuro e di gratitudine allo Spirito. E’ sotto gli occhi di tutti l’importante fetta di teenager, e non solo, attivi nel gruppo scout e nel gruppo animatori Grest. Quest’ultimo funziona a ‘fisarmonica’ allargandosi e contraendosi in base a disponibilità durante l’anno pastorale e servizi richiesti. Alzando di molto lo sguardo intravvediamo il prossimo Sinodo sui giovani dal titolo ‘I giovani, la fede e il discernimento vocazionale’, che si terrà nell’ottobre del 2018. Da uno scenario a 360°, che passa dal ‘domestico’ e locale all’internazionale, ‘glocal’ come si dice oggi, espongo due valutazioni personalissime. Più che sui giovani, vado a riflettere sul mondo degli adulti, che in maniera importante agisce su di loro tanto da determinarne sensibilità e scelte. Andando al sodo, sono del parere che la crisi dei giovani trova la sua origine nella crisi degli adulti. E’ l’adultità oggi la grande assente. Le persone mature hanno smesso i panni dell’adulto per vestire in modo permanente quelli del giovane. Lo si vede dall’abbigliamento casual, nella cura maniacale del corpo e del viso (anti aging) per cancellare o ritardare i segni inesorabili del tempo, nella frequentazione maniacale di palestre e beauty farm. Padri e madri che entrano in penosa competizione con i figli. Da una parte il genitore super sportivo e dall’altra il figlio rammollito e invecchiato anzi tempo, oppure una madre con piercing all’ombelico e una figlia che non scopre nemmeno il collo, munita di capelli unti. Adulti che inseguono il mito dell’eterna giovinezza, che copiano gusti, ‘social’, abitudini, ritmi dei giovani. Un bel disastro educativo! Infatti, quest’ultimi necessiterebbero di un riferimento con cui confrontarsi e non di finti giovani. I figli rimangono spiazzati, debbono cercare altre zone e modalità per esprimersi, vedi per esempio la ricerca di altri social rispetto a Facebook, non trovano più interlocutori credibili che possano vantare esperienze vissute e passaggi di crescita compiuti. Ci credo che a questo punto papà e mamma sono dei grandi ‘rompi’! Dove possono gli adolescenti e i ventenni misurarsi con profili e scelte di maturità e di responsabilità, almeno di gente che accetta la realtà per quello che è, se sono circondati da cloni uguali a se stessi? Chi gliela insegna più a loro la bellezza della fede matura, la verità evangelica di ‘perdersi per ritrovarsi’, la gioia di amare per sempre? Se da un piano educativo balziamo ad uno sociale e lavorativo le cose non stanno meglio, anzi confermano la tesi di giovani costretti in spazi chiusi… perché già occupati da altri. E’ noto come il tasso di disoccupazione giovanile sia stratosferico. Vuoi i vantaggi economici, vuoi le nuove regole su lavoro e pensione, o la crisi in atto e non ultimo il bisogno di sentirsi vivi e prestanti, sta di fatto che il mondo adulto non lascia campo e possibilità ai nuovi entranti. L’unico contentino sta nel fatto che la stragrande maggioranza delle famiglie coccola e vizia i suoi ‘pargoli’. Ma se ‘internamente’ la famiglia provvede con affetto, ‘esternamente’ la famiglia sociale si presenta con il volto della matrigna che proprio non gradisce altri tra i piedi. E’ proprio arrivato il tempo per un esamone di coscienza. Già se riduciamo la nostra invadenza e smettiamo di fare gli eterni adolescenti poniamo la premessa indispensabile per imparare ad ascoltare i figli e ad accompagnarli nel discernimento delle scelte di vita. A loro vanno restituiti i sogni involontariamente rubati.

Don Fabrizio

(Articolo pubblicato su Iride – Bollettino della parrocchia di Villotta-Basedo, maggio 2017)

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Marcello Sorgi ed Enzo Bianchi: stare nell’atrio e sulla soglia per annunciare il Vangelo.

XVI Assemblea Nazionale -Azione Cattolica

Fare nuove tutte le cose.
Radicati nel futuro, custodi dell’essenziale

Venerdì, 28 aprile 2017

Durante il dialogo serale tra Marcello Sorgi, giornalista attento alla realtà politica e sociale italiana, ed Enzo Bianchi, fondatore della Comunità di Bose, l’immagine che provoca e fa riflettere è quella dei cristiani che stanno nell’atrio e sulla soglia della Chiesa. Cristiani pronti ad annunciare all’uomo d’oggi la bellezza del Vangelo.

Di seguito è possibile ascoltare l’audio della serata.

Audio Marcello Sorgi ed Enzo Bianchi

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Francesco: “Mi raccomando, NON occhi dietro la testa… ci si schianta!”.

 

 

 

 

 

 

Audio del discorso di Papa Francesco per i 150 anni dell’Azione Cattolica 

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“Avere una bella storia alle spalle non serve per camminare con gli occhi all’indietro – fareste uno schianto – non serve per guardarsi allo specchio – tanti siamo brutti, è meglio di no! – non serve per mettersi comodi in poltrona: questo ingrassa e fa male al colesterolo”… è con queste parole che Papa Francesco oggi si è rivolto ai soci di Azione Cattolica presenti in Piazza San Pietro per festeggiare i 150 anni dell’Associazione. Ha proseguito poi incoraggiando a continuare ad essere popolo in cammino, discepoli-missionari pronti a prendersi cura di tutti, a crescere umanamente e nella fede e ad essere testimoni gioiosi dell’amore infinito del Signore.

 

 

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Fianco squarciato

 

 

 

 

 

 

 

Audio Omelia 23.04.2017

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II Domenica di Pasqua

Letture At 2,42-47; Sal 117; 1Pt 1,3-9; Gv 20,19-31

Dal Vangelo secondo Giovanni

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

 

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Serena Noceti – Una Chiesa anche al femminile: Uno sguardo ecclesiologico. Donne che “fanno” la Chiesa

 

 

 

 

 

Sabato 11 marzo 2017 presso la Casa di Spiritualità dei Santuari Antoniani di Camposampiero (PD) si è tenuto il convegno “Una Chiesa anche al Femminile. Innovazione o eredità?”.

Audio della relazione “Uno sguardo ecclesiologico. Donne che “fanno” la Chiesa” di Serena Noceti  Teologa, vicepresidente dell’Associazione Teologica Italiana. 

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Cettina Militello – Una Chiesa anche al Femminile: Uno sguardo storico. «Dal silenzio alla parola»

 

 

 

 

 

 

 

 

Sabato 11 marzo 2017 presso la Casa di Spiritualità dei Santuari Antoniani di Camposampiero (PD) si è tenuto il convegno “Una Chiesa anche al Femminile. Innovazione o eredità?”.

Audio della relazione Uno sguardo storico. «Dal silenzio alla parola» di Cettina Militello, Teologa e direttrice della cattedra “Donna e Cristianesimo” – Pontificia Facoltà Teologica Marianum.

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Le tre Pasque!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Audio Omelia 16.04.2017

Domenica di Pasqua – Risurrezione del Signore

 

Letture At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4; Gv 20,1-9

Dal Vangelo secondo Giovanni

 Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.

Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».

Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.  

Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.

Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

 

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Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!

 

Domenica delle Palme. Si entra con gioia dietro a Gesù nella città santa. E’ l’ingresso nei giorni decisivi della sua vicenda storica. Si leggono i racconti della sua passione. Quest’anno è il turno della passione secondo l’evangelista Matteo.

Ad un discernimento umano è la memoria di un clamoroso fallimento, di un dramma crudele. La narrazione di una sconfitta. ‘Dio è morto’ direbbe con fierezza Nietzsche, a cui fa eco un più nostrano Guccini. Per converso, ad un discernimento credente, utilizzando il logo di Un Attimo di Pace, Gesù come pesce guizzante compie il balzo definitivo controcorrente. Trasforma il massimo del male nel massimo del bene. E’ la Pasqua!

Mi permetto un accenno autobiografico. A trent’anni sono caduto in una infernale depressione, dalla quale si è avviato un percorso di rinascita. Ora, riguardando quella esperienza non provo affatto vergogna, anzi sento del cuore consolazione e gratitudine: è la mia storia di salvezza.

Auguro a tutti di esperimentare una Pasqua di speranza e di gioia!

 

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L’arte del Servo

Sieger Köder – La lavanda dei piedi

 

 

 

 

 

 

 

Audio omelia – Messa in coena domini

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Giovedì Santo – Messa in cena domini

 

Letture Es 12,1-8.11-14; Sal 115; 1Cor 11,23-26; Gv 13, 1-15

Dal Vangelo secondo Giovanni

 

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.

Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.

Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».

Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

 

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