Ascoltatelo

Audio Omelia 06.08.2017

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Trasfigurazione del Signore

 

Letture Dn 7, 9-10.13-14; Sal 96; 2Pt 1,16-19; Mt 17,1-9

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.

Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».

All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.

Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

 

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Discernere

Missione Diocesana di Chipene – Mozambico “Alla fine della storia Dio tirerà a riva la rete… e farà discernimento”

Audio Omelia 30.07.2017

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XVII Domenica del tempo ordinario

Letture 1Re 3,5.7-12; Sal 118; Rm 8, 28-30; Mt 13, 44-52

Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

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Disorientati o integrati?

 

 

 

 

 

Renè Magritte – Decalcomania 1966

Agosto e settembre sono i mesi nei quali escono di norma le nuove nomine dei presbiteri. I giornali locali tentano, talvolta sparando lontano dal bersaglio, di anticipare la comunicazione diocesana, sapendo come sia l’argomento appetibile per il pubblico. In queste settimane stiamo registrando un sentimento di disorientamento nelle comunità cristiane coinvolte nei cambi. Spostamenti e traslochi sono parte integrante del curriculum dei preti diocesani. Essi sono dedicati per il bene della chiesa locale, tutta intera, e perciò itineranti e mai sedentari. Le ragioni del cambio vanno dal banale posto vacante, il quale evidentemente va presidiato, a tensioni personali o pastorali da alleggerire fino ad arrivare a dei progetti da sperimentare. Lo spaesamento è più che comprensibile e i motivi sono presto detti: non si comprende la sensatezza di scardinare degli equilibri e dei ritmi costruiti con fatica; la separazione viene avvertita in primis come un lutto difficilmente elaborabile; si teme che il temperamento e la sensibilità di chi arriverà vadano in conflitto con i progetti della comunità… La risposta, ovvia, per trovar soluzione a tali disagi sta in un appello alla maturità di presbiteri e comunità. A mio giudizio esistono anche delle vie pastorali possibili, le quali possono consentirci di evitare paure senza fondamento o cortocircuiti dannosi tra fedeli e nuovo pastore. Innanzitutto il disagio vissuto ci esorta ad una accelerazione del processo di avvio delle Unità Pastorali. Siamo ancora ai primi timidi passi. Alcune reti inter parrocchiali arrivano a stento ad accordarsi sugli orari delle messe. Esistono già tuttavia delle interessanti esperienze di pastorale battesimale o di iniziazione cristiana dei ragazzi condotte a questo livello che, oltre a sgravare non poco le spalle del povero reverendo incalzato da mille urgenze, consegnano ai laici la giusta corresponsabilità ed imprimono alla pastorale ordinaria un carattere marcatamente missionario. Infatti, si incontrano le giovani famiglie nelle loro case, e si stabiliscono delle buone relazioni nelle quali adulti narrano la loro fede ad altri adulti in un contesto di accoglienza. Oltre a quella che potremo definire una integrazione pastorale tra parrocchie vicine, ne esiste una di tipo presbiterale. Si stanno moltiplicando esperienze di fraternità con presbiteri viciniori, superando il vezzo clericale della competizione e dell’isolamento olimpionico di un tempo, dove tutt’al più si faceva cameratismo con i preti della ‘classe’. Una fraternità che contempla forme differenziate, le quali vanno da modalità impegnative di vita comune alla buona prassi di incontrarsi settimanalmente per la preghiera, il confronto, l’amicizia, il pasto… la programmazione pastorale. I vantaggi quasi non abbisognano di essere verbalizzati. In uno scenario di reti amicali, presbiterali o comunitarie che siano, sostituzioni, avvicendamenti… e financo assenze (alcuni possono ritrovarsi con la canonica vuota) non saranno interpretati come sciagure da cui difendersi. Nell’integrazione non viene smantellata una progettualità. Essa ‘regge’ il tutto, e chi arriva, senza volerne umiliare libertà e fantasia, è chiamato ad inserirsi con sapienza ‘reggendo’  e lasciandosi ‘reggere’ a sua volta.

Don Fabrizio

Articolo pubblicato sul settimanale diocesano Il Popolo del 6.08.2017

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Seminare ‘al tramonto’

Il seminatore di Vincent Van Gogh
(Van Gogh Museum di Amsterdam)

 

 

 

 

 

Audio Omelia 16.07.2017

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XV Domenica del tempo ordinario

 

Letture Is 55, 10-11; Sal 64; Rm 8, 18-23; Mt 13, 1-23

Dal Vangelo secondo Matteo

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.

Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:

“Udrete, sì, ma non comprenderete,

guarderete, sì, ma non vedrete.

Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,

sono diventati duri di orecchi

e hanno chiuso gli occhi,

perché non vedano con gli occhi,

non ascoltino con gli orecchi

e non comprendano con il cuore

e non si convertano e io li guarisca!”.

Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!

Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

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Chi avrà perduto

“Freedom” di Zenos Frudakis

‘Chi avrà perduto la sua vita la troverà’. Gesù è alla conclusione del discorso missionario, uno dei cinque del Vangelo di Matteo. Le sue parole suonano controproducenti se non addirittura folli. Noi vi avremo piazzato un augurio incoraggiante. E invece no! E’ un Gesù paradossale e radicale, certamente dissonante rispetto alla sensibilità (o insensibilità, dipende dai punti di vista) della cultura odierna, che invita al successo con il minimo sforzo per la massima resa. Tocchiamo qui la “differenza” del Vangelo, che pretende di consegnare una parola di verità. Avete presente quegli adolescenti che amano postare sui social (vedi Facebook) la loro immagine mentre di fanno un selfie (autoritratto)? Sembra un selfie del selfie, il massimo del narcisismo quasi a preservare se stessi in un autoscatto che immortala per sempre il loro io, per tenere alla larga il pericolo di “perdersi”. Si potrà mai gustare la libertà del dono di sé? Lo stesso fenomeno si trova non raramente in pastorale. Il mondo cattolico non è esente dal virus dell’autopreservazione. Eppure siamo chiamati ad essere sale che si scioglie, che si ‘perde’ per conferire sapore; luce che si espone; chiesa che esce, anche rischiando di sporcarsi e di incidentarsi. Ho conosciuto un confratello, delicato d’animo e generoso. Fu invitato con forza dal suo vescovo a lasciare tutto per partite come missionario in America Latina. Niente da fare! I pianti isterici della madre ebbero la meglio… rispetto al Vangelo. Non poteva sprecare le sue doti e il suo vigore lontano da casa, in ambienti sconosciuti, tra i poveri e i puzzolenti, noti a nessuno tranne che a Dio. Eppure la gioia di amare, la pienezza del cuore, la vita vera sta proprio nel perdersi.

 

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Enzo Bianchi – Le misericordie del Signore non sono finite

 

 

 

 

 

 

 

 

Sabato 17 giugno in Cattedrale a Concordia Sagittaria Enzo Bianchi, fondatore della Comunità di Bose, ha affrontato il tema “Le misericordie del Signore non sono finite – La speranza cristiana e le speranze umane”. L’incontro è stato organizzato dalla Forania Portogruarese, dall’Unità Pastorale Concordiese e dalla Pastorale sociale diocesana.

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Audio dell’intervento di Enzo Bianchi

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Radicalità

 

 

 

 

 

 

 

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Audio Omelia 02.07.2017

XIII Domenica del tempo ordinario

 

Letture 2Re 4, 8-11. 14-16a; Sal 88 (89); Rm 6, 3-4.8-11; Mt 10, 37-42

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:

«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.

Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.

Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.

Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.

Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa»

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Don Primo e don Lorenzo: preti scomodi, profeti secondo il cuore di Dio

 

 

 

 

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Audio Omelia 25.06.2017

XII Domenica del tempo ordinario

 

Letture Ger 20,10-13 ; Sal 68; Rm 5,12-15; Mt 10, 26-33

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:

«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.

E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.

Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

 

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Inizia una avventura

 

 

 

 

 

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Audio Omelia 24.06.2017

XII Domenica del tempo ordinario

 

Letture Ger 20,10-13 ; Sal 68; Rm 5,12-15; Mt 10, 26-33

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:

«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.

E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.

Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

 

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Missione: figlia e madre della vocazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Audio Omelia 18.06.2017

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XI Domenica del tempo ordinario

 

Letture Es 19,2-6 ; Sal 99; Rm 5, 6-11; Mt 9,36-10,8

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!”.

Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d’infermità.

I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, che poi lo tradì.

Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: “Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

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