Articolo pubblicato su “Orientamenti Pastorali”
La Visita Pastorale della diocesi di Concordia-Pordenone, avviata lo scorso 10 settembre, andrà a coprire un arco temporale di tre anni rifacendosi al racconto biblico dell’incontro con Zaccheo. Più che una presentazione ordinata, cerchiamo di individuare nella Lettera Pastorale che la accompagna gli elementi strutturali e maggiormente significativi. Non mancano scelte interessanti ed inedite. Vediamo con ordine. Il racconto della conversione di Zaccheo dà il titolo al documento del vescovo Giuseppe: ‘Oggi devo fermarmi a casa tua’ (Lc 19,5). Contestualmente alla Lettera si è consegnata ad ogni comunità parrocchiale un’icona artistica da posizionarsi, come elemento di richiamo e di comunione, in ogni chiesa. Si notano con sorpresa due dettagli di fantasia: una scala appoggiata al sicomoro, e un Zaccheo che per scendere appoggia il suo piede destro sulla mano di Gesù aperta nel gesto di sostenere, e quello sinistro direttamente sulla coscia piegata sempre di Gesù. Così può “scendere”, come in un battesimo, nel mistero della Misericordia. Un incontro che si prolungherà a casa, alla mensa della gioia e della conversione/condivisione. Va detto che la simbolica della casa e dell’incontro con questo ‘figlio di Abramo’ non viene utilizzata in modo strumentale o giustapposto, quasi come un “francobollo” autorevole da appiccicare su un documento già bell’è scritto. La pagina evangelica di fatto si colloca come motore ispiratore dei criteri e dello stile della Visita. Essa vuole essere un evento che dia spazio all’incontro e alle relazioni in un clima cordiale e famigliare. Per tale ragione si intente evitare si affrettare i ritmi e di spalmarla su più anni. Contestualmente la chiesa diocesana comunque affronterà degli itinerari annuali integrandoli in modo armonico con la Visita. Quindi, nel 2017-2018 ci si concentrerà sulla pastorale famigliare per dare gambe alle indicazioni dell’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia, nel 2018-2019 sull’area della povertà, nel 2019-2020 sui giovani all’indomani del Sinodo a loro riservato e certamente con una edita Esortazione ad hoc. Va ricordato inoltre che la Lettera sulla Visita è il frutto di un cammino sinodale piuttosto articolato e paziente. Si sono coinvolti Consiglio Pastorale Diocesano, Consiglio Presbiterale, Consigli Pastorali Parrocchiali e di Unità Pastorale, Presbiteri nelle rispettive Foranie. Le finalità della Visita Pastorale le abbiamo desunte di default dal n° 220 del Direttorio dei Vescovi. Ne abbiamo ricavate quattro. E ora lascio parlare direttamente la Lettera.
<<Possiamo individuare quattro intenzioni prioritarie.
ASCOLTO. Innanzitutto nella Visita pastorale il vescovo si prenderà cura dei ‘contatti personali’, ovvero delle relazioni. Ne emerge come la fretta, il bisogno di arrivare ovunque e a tutti, non sono dei buoni consiglieri. L’ascolto domanda di essere empatico, fraterno e paterno. E nello stesso tempo franco e schietto. Si innescano, così, sentimenti di fiducia, che favoriscono l’apertura del cuore, il senso di appartenenza, la gioia di lavorare per la medesima vigna. La genialità pastorale, se non è preceduta dall’arte dell’ascolto, è votata al fallimento.
CONSOLAZIONE. Il Direttorio ci ricorda che la Visita pastorale è “occasione per lodarli, incoraggiarli e consolarli”. Pensare che quanti si impegnano nell’azione ecclesiale non debbano essere gratificati, e che l’uomo di Dio non sa che farsene della consolazione che viene dalla gratitudine, è da presuntosi. La stima e la lode, nelle forme che la fantasia suggerirà, sono come un balsamo che ‘scende’ sul volto e sul cuore di quanti le ricevono (cfr. Salmo 133).
CONVERSIONE. La terza intenzione che possiamo individuare ce la suggerisce l’espressione: “La visita è occasione per richiamare tutti i fedeli al rinnovamento della propria vita cristiana e ad un’azione apostolica più intensa’’. Si tratta di esortare ad una sana conversione personale e pastorale, prendendo coscienza della reale situazione pastorale della comunità e di alcune scelte necessarie da mettere in atto. Il primato spetta alla Parola che possiede una forza educativa, spinge ad una conversione permanente. Impossibile per chi la prende sul serio e se ne nutre quotidianamente annoiarsi e rimanere bloccati sul ‘Si è sempre fatto così’ (EG 33).
VERIFICA. La Visita pastorale ‘‘consente di valutare l’efficienza delle strutture e degli strumenti destinati al servizio pastorale’’. Si evince la necessità di una verifica puntuale ed approfondita su: situazione amministrativa, strutture e beni artistici, mezzi per rendere possibile i servizi di evangelizzazione. Trasparenza e senso di corresponsabilità impediranno la percezione di sentirsi messi in imbarazzo o infastiditi>>.
Il punto dirimente è certamente quello dell’ascolto all’interno di una relazione di accoglienza, di fiducia e di franchezza. Il Vescovo troverà del tempo per incontrare individualmente i singoli presbiteri e i Vice Presidenti dei Consigli Pastorali. Oggi è sotto gli occhi di tutti come la debolezza nella cura delle relazioni comprometta seriamente il lavoro pastorale, arrivando a renderlo affaticante, carico di tensioni, se non nel peggiore dei casi (e non raramente) vano. L’affermazione è di una evidenza solare che non abbisogna di ulteriori giustificazioni. L’ascolto consentirà un discernimento episcopale e comunitario su materiali reali, superando stereotipi e superficialità. Che non capiti come a quel vescovo di una piccola diocesi del centro Italia, il quale dopo una accalorata e argomentata consegna di orientamenti pastorali al termine di un Consiglio Pastorale si è sentito rispondere in modo piccato: <<Ma guardi eccellenza che queste cose noi le stiamo facendo già da cinque anni!>>. Sarebbe uno smacco diseducativo. Ecco il motivo di tanta enfasi sul prestare ascolto. Insieme ad orecchi tesi e cuore aperto, ed ecco così un aspetto fortemente innovativo, la Visita Pastorale privilegerà innanzitutto il livello delle Unità Pastorali. <<la Visita pastorale ci offrirà l’opportunità per esaminare il cammino pastorale delle nostre parrocchie ed Unità Pastorali, per compiere il passaggio “da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria” (EG 15)>>. La diocesi da tempo è impegnata in una “riforma” dell’assetto territoriale. Si è sposata con forza la proposta di una pastorale integrata contenuta nella Nota Pastorale della CEI, documento profetico già del 2004 ma non certamente superato, “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia”. La Visita potrà essere occasione provvidenziale per spingere ulteriormente su un processo pastorale già in corso. Le singole parrocchie non andranno smantellate. Tuttavia i “campanili” sono chiamati ad allearsi per intonare una pastorale decisamente missionaria, pronta ad entrare nelle “soglie” di fede degli uomini e delle donne di oggi, determinate dai loro bisogni e passaggi di vita. Così recita la Lettera: <<Una Chiesa sinodale e corresponsabile, presente nel territorio con un nuovo volto e un nuovo stile: quello delle Unità Pastorali. In questo modo sarà possibile una piena valorizzazione dei laici e degli organismi di partecipazione per una autentica pastorale integrata, dove le varie parrocchie, abbandonando la pretesa di autosufficienza, si collegheranno tra loro per formare ed essere una Chiesa comunione e missionaria… Riserverò ampio spazio per l’incontro con il Consiglio di Unità Pastorale, motore della pastorale unitaria e integrata della zona ed espressione di una ministerialità più diffusa. Sarò accompagnato dal vicario della pastorale e da qualche altro convisitatore… Alcuni mesi prima della Visita pastorale, la segreteria generale effettua un incontro con i moderatori e i parroci delle Unità Pastorali della Forania prescelta. Saranno consegnati degli strumenti (pastorali e liturgici) per il lancio, la promozione, e il cammino di avvicinamento alla Visita Pastorale… Andranno sollecitati innanzitutto i Consigli pastorali parrocchiali e i Consigli di Unità Pastorale per un discernimento sulla situazione pastorale attuale, e una raccolta di aspettative sul futuro. In un secondo momento la segreteria generale incontrerà in un’unica serata tutti gli operatori pastorali di ogni singola Unità Pastorale. Nella serata, dopo un avvio comune, ci si dividerà per quattro ambiti: Evangelizzazione, Liturgia, Carità, Socio-Culturale. I convisitatori (facenti parte della segreteria generale, referenti degli uffici diocesani e membri dell’Equipe diocesana per le Unità Pastorali) avranno il compito di ascoltare gli operatori pastorali su alcuni punti comunicati in anticipo: analisi della situazione di fatto, vita di fede, elementi di forza, criticità e scelte per l’avvenire. I convisitatori raccoglieranno gli interventi e redigeranno una relazione per ogni ambito pastorale. Il documento, composto di alcune brevi cartelle, sarà consegnato al vescovo, ai presbiteri e a tutti gli operatori pastorali dell’Unità Pastorale. Esso fornirà un materiale prezioso innanzitutto al vescovo per una Vista pastorale efficace e mirata>>. Per rispettare e non infastidire alcune zone della Diocesi, ancora in cammino rispetto ad una ristrutturazione per Unità Pastorali, si è introdotto il principio della “flessibilità”. Ogni Unità Pastorale disegnerà in stretta collaborazione con la Segreteria della Visita Pastorale il percorso della Visita stessa che, in talune situazioni, potrà avere uno sbilanciamento sull’ambito parrocchiale piuttosto che su quello della zona pastorale. Da ultimo si è deciso che: <<Ritengo realisticamente che la Visita Pastorale possa durare tre anni (2017-2020), cosicché potremmo concluderla con una ASSEMBLEA DIOCESANA, da celebrarsi presumibilmente agli inizi del 2021, dove raccoglieremo le indicazioni e i frutti della Visita, che diventeranno le linee guida per il successivo cammino della diocesi e delle nostre comunità cristiane>>. Il sogno che la chiesa di Concordia-Pordenone condivide con la chiesa intera, sulla spinta formidabile di EG, è di imparare ad uscire, a sporcarsi mani e piedi, a cercare chi si è perduto o è stato scartato, senza dimenticare che il primo a mettersi in ricerca è Dio stesso con il suo grido accorato “Adamo dove sei” (cfr Gen 3). E’ il Signore Gesù il missionario per eccellenza a prendere l’iniziativa entrando in “Gerico”, e non smettendo di attraversare le piazze delle nostre città.
Don Fabrizio De Toni
Assistente nazionale Settore Adulti di Azione Cattolica
già Vicario per la Pastorale della Diocesi di Concordia-Pordenone
Il testo della Lettera Pastorale potete scaricarlo al seguente indirizzo: