Commento al Vangelo della V domenica di Quaresima
Gesù è un uomo molto sensibile. Non è affatto un pezzo di ghiaccio o un tipo granitico, privo di variazioni d’umore. Tutto questo è verificabile e contemplabile nel racconto della risurrezione di Lazzaro. Egli infatti si commuove profondamente per la morte dell’amico e scoppia in pianto, unendosi ai lamenti funebri orientali piuttosto enfatizzati. Sensibilità umanissima la sua, che rivela nel contempo la sensibilità di Dio. La commozione di cui si parla contiene un gemito intenso, tristezza, collera per una malattia che non ha pietà, indignazione per ciò che umilia l’uomo e gli toglie la vita. E’ proprio vero: come afferma l’evangelo di Giovanni ‘Gesù amava Lazzaro’. Sensibile e dai sensi allenati ed attivi. Gesù vuole ‘andare’ a vedere di persona (vista); ascolta le invocazioni delle sorelle del defunto e il pianto dei conoscenti (udito); assapora l’amarezza del lutto (gusto); tocca con mano gli esiti della morte (tatto); vuole che si apra la tomba incurante del cattivo odore (olfatto). I sensi sono potentissime vie che ci consentono di coinvolgerci, di condividere, di sperimentare. Papa Francesco direbbe che il senso che Dio esercita in sommo grado e frequenta di più è quello del tatto. Come Lazzaro siamo e saremo toccati dalla Sua misericordia. Grande è la nostra speranza!
Don Fabrizio