24 ore per il Signore in versione diocesana

Venerdì 28 e Sabato 29 Marzo in Concattedrale a Pordenone e presso la cattedrale di Concordia celebrazioni penitenziali, confessioni, adorazione, eucaristia, preghiera dei salmi, ovvero ’24 ore per il Signore’. Il vescovo Giuseppe associa la Chiesa diocesana all’iniziativa del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, che ha trovato il Papa entusiasta. Francesco stesso a Roma sarà confessore e penitente, uomo di Dio e quindi della sua misericordia.
Mons. Giuseppe ha preso la palla al balzo con determinazione. E’ felice di offrire alla Chiesa diocesana una occasione forte di conversione e di riconciliazione nel bel mezzo dell’itinerario quaresimale. Parrocchie, unità pastorali, foranie poi sono libere di avviare degli appuntamenti analoghi lasciando le chiese aperte per il silenzio e la confessione sacramentale.
Papa Francesco stesso si è incaricato di precisare di non essere mosso dal gusto per le anticaglie liturgiche da rispolverare. L’obiettivo infatti non è ripristinare per breve tempo un rito togliendolo dal museo dei ricordi religiosi. La riconciliazione è esperienza di misericordia e quindi di speranza e di gioia. Per lui la categoria della misericordia interpreta meglio di ogni altra il mistero di Dio, le sue intenzioni amorose. E nello stesso tempo rivela il bisogno profondo dell’uomo, essendo creatura fatta per essere amata e riamata (perdonata).
L’evento suona come una lezione educativa, o come una provocazione pastorale. Siamo interpellati a chiederci che ne abbiamo fatto della confessione. Non raramente i confessionali vengono scelti come luogo ideale per allestimenti di ragnatele o per depositi di materiale e polvere. Si confessa in velocità a ridosso della messa, oppure all’interno della messa. I pastori più intraprendenti non si lasciano sfuggire i grandi passaggi liturgici per organizzare confessioni comunitarie per fanciulli (in massa) e per adulti (sparuti). La confessione viene percepita come immersione e abbraccio nella tenerezza del Signore, o come elencazione di sensi di colpa che ha l’unico scopo di alleggerire un tantino l’anima? Ritorniamo con fiducia e consolazione alla paternità del Padre, come il figlio che se n’era allontanato, o rimaniamo freddi e chiusi nella presunzione, come il fratello maggiore che non ne vuole sapere di unirsi alla festa del perdono?
Egli, che è il punto focale sul quale si concentra l’amore del Padre nella celebre parabola di Lc 15, potrebbe essere la chiave interpretativa della crisi attuale del sacramento: autoreferenzialità, individualismo spirituale, ingratitudine, perfezionismo…
Interessante che ’24 ore per il Signore’ sia stato immaginato e lanciato dal dicastero che si occupa di nuova evangelizzazione. La riconciliazione sacramentale diventa così la casa della festa, del Vangelo del perdono. Essa diviene incontro con un Dio che si occupa degli ultimi, dei poveri, di quanti abbisognano di conversione e hanno smarrito la speranza. Esperienza dove veniamo evangelizzati e che ci abilita ad evangelizzare un Signore che è più grande delle nostre colpe, che ‘dimentica’ addirittura i nostri peccati. Guarda un po’, da sacramento forse triste e prevedibile a spazio per recuperare dignità di figli, la bellezza della vocazione, ovvero d’essere creature amate e destinate ad amare. Non è tutto questo un vangelo straordinario di futuro e speranza?

Don Fabrizio

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2 thoughts to “24 ore per il Signore in versione diocesana”

  1. CONFESSIONE

    Dono Divino, dono d’amore,
    per purificare il nostro cuore.
    Se i peccati commessi ci tolgono la pace, la gioia e la serenità,
    la confessione ce li ridona in gran quantità.
    Un dubbio ci assilla e ci arrovella?
    Nella Confessione avremo il consiglio che illumina la favella.
    Le preoccupazioni ci tolgono il sonno?
    Nella Confessione troveremo ascolto, consolazione, conforto….
    La Confessione ci rende umili e puri,
    per incamminarci sulla via della santità,
    insieme a tutta la comunità.

  2. Mia figlia che è farmacista, mi ha raccontato che a volte alcuni clienti, soprattutto persone anziane e sole, le confidano i loro guai e le loro preoccupazioni, così insieme alle medicine dà loro anche l’ascolto e una parola di conforto. Questo fatto all’inizio l’aveva sorpresa e ne aveva parlato con i colleghi. Uno di essi le ha risposto che una volta le persone andavano a confidarsi con il prete e adesso vanno in farmacia!
    Ho raccontato questo aneddoto per far capire che l’uomo per sua natura ha bisogno di relazionarsi, ha bisogno di comprendere e di sentirsi compreso, ha bisogno di amare e di sentirsi amato. La nostra vita stessa è frutto di una relazione d’amore!
    L’essere umano ha bisogno dell’amore di Dio come un neonato ha bisogno del seno di sua madre.
    Gesù Cristo che sapeva tutto questo molto bene, ci ha fatto dono del Sacramento della Confessione come risposta a questo bisogno naturale. Ci ha dato la possibilità di poterci relazionare con una persona preparata e affidabile, attraverso la quale poter attingere alla Misericordia di Dio, sorgente d’acqua viva che purifica e ristora la nostra anima, per ripartire così più leggeri e sereni e con rinnovato slancio.
    Per comprendere il vero valore della Confessione ci ho messo molto tempo. Purtroppo negli anni passati questo Sacramento era presentato in maniera molto distorta dalla Chiesa, sicché andare a confessarsi era come andare in tribunale e sottostare ad un interrogatorio. Altro che abbraccio misericordioso col Padre!
    Credo sia questo uno dei motivi per cui questo Sacramento, col passar degli anni ha attirato sempre meno gente al confessionale. In compenso però si sono riempiti gli ambulatori degli analisti e degli psicologi…e anche le farmacie!

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