È veramente curiosa e saggia la parabola profetica del libretto di Giona. Si incontrano almeno due conversioni: quella della mitica città di Ninive, concentrazione di vizio e di violenza, e quella di Dio che si ‘ravvede’ del male minacciato. Manca all’appello quella di Giona. Il libro infatti termina tronco, siamo in attesa della sua risposta perché… spetta a noi. Su tale decisivo passaggio ci sono alcune note da non dimenticare. Vale ovviamente anche per lo scrivente. Ne richiamo alcune che presento in termini sintetici e un tantino scanzonati. Occhio allora alle conversioni rapide e radicali. È bene nutrire per tali repentini cambi di guardia una smaliziata diffidenza. L’autorevole San Tommaso insegnava che le leggi dell’animo umano, scritte dal Creatore, non si possono manipolare in quattro e quattr’otto. Quando dura quindi una conversione? Inoltre non è da ingenui stare in guardia quando vediamo le tracce del moralismo o fiutiamo l’odore del volontarismo. La conversione è grazia, attrazione e desiderio. Le anime frigide e rigide da questo punto di vista sono quasi inconvertibili. Ed infine l’uomo in stato di conversione tende al bene, alla verità, a ciò che è giusto e buono. Da alcune settimane si è consumata in Italia la tragedia della nave da crociera ‘Concordia’. E’ stato uno spettacolo agghiacciante di immagini e di contraddizioni. La nave si è rovesciata perché si è cercato altro rispetto a ciò che era bene fare e alla responsabilità. Quindi la conversione non è nemmeno una lontana parente della tristezza e della mortificazione, perché essa aspira alla gioia e alla festa per sé e per gli altri.
2 thoughts to “Conversione al timone”
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La spettacolarizzazione di una tragedia e una bestemmia nei confronti di coloro che soffrono in silenzio,
ancor più il dare spazio a coloro che della tragedia ne sono la causa.
In tutto questa storia ….ci vedo lo zampino del Demonio che sta mettendo
alla prova la fragilità del essere umano come tale , con un messaggio chiaro di sfida.
Mi torna in mente la nota telefonata tra il Capitano Di Falco ed il Capitano Schettino. I due interlocutori rappresentano gli estremi dell’animo umano, nel bene e nel male. Io credo che dentro a ciascuno di noi ci sia un pizzico sia dell’uno che dell’altro. Basti pensare ai numerosi incidenti stradali che accadono tutti i giorni, per leggerezza, per imprudenza, per distrazione… Ciò non toglie che in altre circostanze siamo capaci di gesti di coraggio, di generosità, di bontà…
Gesù per costruire il Suo Regno, non ha scelto dei supereroi, ma ha scelto noi, dei normalissimi peccatori.
Il nostro cuore è un campo seminato a grano (le virtù) e zizzania (i vizi). Convertirsi significa impegnarsi a coltivare le virtù, in modo da lasciare sempre meno spazio alla zizzania.
Io ho una speranza nel cuore: che la catastrofe della nave ‘Concordia’ serva da monito per tutti, e sia l’inizio della storia di salvezza del Capitano Schettino. Certo non è una cosa facile, ma a Dio nulla è impossibile. La sua conversione darebbe un senso, un significato, al sacrificio delle vittime e all’intera, assurda vicenda.